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RSI: quando il computer nuoce gravemente alla salute

 

“Il continuo movimento della penna sul foglio causa fatica intensa nella mano e in tutto il braccio”

Così scriveva già tre secoli fa Bernardino Ramazzini (1633-1714), pioniere della medicina del lavoro in Italia, contemplando i “disturbi da lavoro”. Fin da allora per determinate categorie di lavoratori veniva riscontrata una casistica elevata di patologie legate strettamente alle professioni esercitate dai pazienti.

Queste patologie vennero però identificate in modo chiaro soltanto a metà degli anni 80, con la diffusione dei computer e del lavoro su terminali, e solo da quel periodo etichettate in modo definitivo con la sigla RSI.

Cercando di non addentrarsi troppo nel merito sanitario e scientifico, si cercherà di fornire con questo articolo una panoramica introduttiva sulla natura, le cause, gli effetti e i comportamenti utili a prevenire o limitare i danni da patologie RSI.

L’ RSI, acronimo di Repetitive Strain Injuries (comunemente tradotto in italiano come LSR=Lesioni da Sforzi Ripetuti) comprende una serie di patologie legate ad attività lavorative ripetitive, tra le quali spicca, nel mondo del lavoro odierno, l’uso del computer. Una serie di malattie molto più diffuse di quanto si immagini, spesso non riconosciute come tali e quindi difficilmente messe in relazione con l’attività lavorativa, con il risultato di lasciar protrarre nel tempo comportamenti scorretti, e di conseguenza peggiorare le condizioni di salute in modo sistematico e cronico, fino al verificarsi, in casi estremi, di casi di invalidità permanenti.

Le parti del corpo più interessate dai disturbi RSI sono generalmente le braccia, la parte superiore della colonna vertebrale, le spalle, il dorso, il collo, i gomiti e le mani, tanto che la sindrome è spesso definita anche “Disturbo degli arti superiori da lavoro”.

Le cause

Come accennato in precedenza, le condizioni lavorative sono tra le primarie cause di insorgenza di sintomi RSI, in particolare nel caso di attività legate all’uso del PC, di strumenti musicali, al lavoro in catene di montaggio, e in generale a tutte quelle professioni caratterizzate da una situazione di immobilità generale del corpo contemporanea al movimento intenso e protratto nel tempo di specifiche parti (arti, mani, collo, ecc).

E’ possibile quindi elencare, tra le cause principali di insorgenza delle patologie RSI, i seguenti caratteri distintivi:

Probabilmente, nel leggere i punti sopra elencati, verrà spontaneo a molti di coloro che svolgono un qualsiasi lavoro a terminale trovare alcune voci particolarmente familiari.

Specie nell’ambito dell’informatica e del web infatti, i tempi lavorativi, le scadenze e le condizioni di lavoro alle quali bisogna adeguarsi, sono spesso intense e quantomeno complici nel creare quei comportamenti che, se non modellati e modificati adeguatamente, possono produrre i primi disagi e, con il tempo, l’insorgere delle patologie vere e proprie.

L’RSI è una sindrome complessa, difficilmente identificabile con strumenti certi, e dunque suscettibile di valutazioni e interpretazioni elastiche riguardo alle vere cause scatenanti.

E’ però stabilito con relativa certezza che le origini della malattia siano spesso di natura fisica e psicologica in modo concorrente; in particolare la reazione allo stress sarebbe in molti casi un ingrediente fondamentale, congiuntamente a comportamenti fisici, nello svilupparne i sintomi.

I primi sintomi

Di seguito una serie di sintomi iniziali spesso identificabili come campanello d’allarme dell’insorgenza di patologie RSI. Anche nel leggere il seguente elenco molti riconosceranno sintomi e dolori come non estranei al proprio quotidiano, ma non è il caso di allarmarsi; è sufficiente monitorare e valutare l’entità e la ricorrenza dei propri disturbi, e soprattutto giudicare serenamente le proprie condizioni lavorative, per capire se ci siano o meno gli estremi per ricorrere al medico.

Le lesioni e le patologie specifiche

Lo sviluppo dell’affezione con il tempo può portare a delle lesioni di vario genere, a seconda del tipo di comportamento scorretto e conseguentemente della parte del corpo interessata e da esso danneggiata, oppure a condizioni di dolore più generali.

Alcune tra le più comuni lesioni riconducibili all’ RSI sono:

Altre condizioni di dolore croniche sono:

Come prima accennato, la diagnosi di RSI non è cosa semplice, perché, per sua stessa natura, essa non è propriamente una malattia, ma più una condizione complessa e manifestata da diverse patologie fisiche precise, come quelle sopra citate. E’ quindi partendo dai sintomi e spesso purtroppo verificando a postumi le lesioni prodotte, che la sindrome può essere riconosciuta e diagnosticata limpidamente.

Prevenire, guarire: comportamenti utili

Per affrontare una patologia così strettamente legata ad abitudini lavorative, e quindi non facili da aggirare o interrompere a proprio piacimento, è chiaro che la ricetta migliore sarebbe la prevenzione, ovvero l’eliminazione dei comportamenti scorretti, in modo da scongiurare l’insorgere dei sintomi.

Qualora la malattia fosse già conclamata da sintomi o lesioni, oltre a seguire le prescrizioni e le terapie ordinate dal medico, sarà ancor più necessario migliorare le proprie condizioni di lavoro per tutti gli aspetti che rendono il lavoro stesso pericoloso per la nostra salute.

Da molti specialisti le terapie antidolorifiche, le iniezioni e gli altri trattamenti comunemente praticati per sintomi e lesioni da RSI (compresi gli interventi chirurgici) sono infatti considerati insufficienti a risolvere il problema. E’ ritenuto spesso necessario affiancarli con esercizi e ginnastiche specifiche, e soprattutto con una rieducazione vera e propria del paziente nei confronti del proprio modo di lavorare, che va dalle posture all’atteggiamento mentale e psicologico.

In linea di principio è possibile sintetizzare i principali comportamenti utili a prevenire o mitigare gli effetti dell’RSI nel quotidiano processo lavorativo:

Con particolare riferimento al lavoro su terminale, è consigliabile seguire il più possibile i dettami dell’ergonomia, la scienza che si occupa appunto di ottimizzare e migliorare il rapporto tra un soggetto e l’ambiente fisico con il quale esso interagisce, oltre all’utilizzo, qualora possibile, di strumenti appositamente studiati per rispettarne i principi (sedie, mouse e tastiere ergonomiche, pedane, supporti, ecc.)

La postazione di lavoro dovrebbe, secondo i principi ergonomici, salvaguardare il lavoratore da posizioni innaturali (e quindi dannose) del corpo e/o da sforzi eccessivi protratti nel tempo.

Alcuni suggerimenti generali per il lavoro a PC:

Salvaguardare la vista
Anche se non compresi direttamente nelle patologie RSI, anche molti disturbi della vista sono causati da errate condizioni di lavoro, specie dai lunghi periodi passati davanti al computer senza rispettare semplici regole. Per la protezione della vista è infatti consigliabile avere:

In conclusione

Proprio negli ambiti di lavoro legati all’uso del PC, ormai indispensabile per molteplici attività, e in particolare nel settore informatico (web, grafica, programmazione, ecc) e delle telecomunicazioni, la comparsa di patologie RSI più o meno gravi è purtroppo diventata sempre meno sporadica. I carichi di lavoro, le modalità e gli ambienti nei quali si opera contrastano spesso con i principi sopra citati, con l’ergonomia, e con il mantenimento di una condizione psicologica ideale.

Una attenzione maggiore ai comportamenti e alle condizioni del nostro quotidiano lavorativo, e una maggiore serenità nell’affrontare i nostri compiti (anche se a discapito di qualche scadenza) sarebbero invece apporti necessari alla prevenzione di patologie spesso croniche e alla salvaguardia di quella che dovrebbe essere la più doverosa e importante delle nostre priorità: la salute.

Articolo del 26/11/2007

Laboo

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